Ventidue sono i giocatori in campo,
ventidue sono le storie di alcuni giovani calciatori provenienti da ogni
parte del mondo, tragicamente risucchiati nel tritacarne della Grande
Guerra. Chi erano quei calciatori diventati soldati? Quali erano le
loro storie? Così differenti, eppure, così simili…
Poco
più che adolescenti avevano iniziato a giocare a football, prima sotto
casa calciando con ostinazione, per ore, un pallone contro un muro
senza stancarsi mai, poi con gli altri amici del quartiere nel parco,
comunale in partite interminabili giocate fino all’ultimo barlume di
sole per arrivare, finalmente, dopo un provino atteso e temuto a vestire
quella maglia tanto desiderata, quella del club della loro città,
quella che avevano sognato da quando si erano innamorati di questo nuovo
e affascinante sport.
Qualcuno di loro
aveva avuto una grande carriera arrivando a difendere i colori della sua
Nazionale, altri avevano giocato con squadre meno importanti. Ma il
sacrificio e la passione non erano mai mancati ed erano uguali per
tutti! Erano anni spensierati e felici. Il futuro sembrava roseo, tutto
sembrava possibile. Poi, improvvisamente, le trincee si riempirono di
giovani soldati, iniziarono a crepitare le mitragliatrici ed a scoppiare
le bombe. E’ la Prima guerra mondiale.
Quei ragazzi,
insieme ad altri, abbandonarono le loro case per difendere la loro
Patria. Era arrivato il tempo di riporre maglia e scarpini per indossare
l’uniforme e gli stivali del proprio paese. Partirono quasi tutti come
volontari, senza pensarci un attimo! E’ il battesimo del fuoco, quello
vero che brucia e uccide. Ritrovano, al loro fianco, i vecchi compagni
di squadra sorridenti come un tempo su quel campo di calcio, ma qui la
posta in palio è più alta: è la vita. Dall’altra parte, ironia del
destino, a poca distanza, in un’altra melmosa trincea ci sono altri
calciatori, un tempo avversari in un rettangolo verde, ora diventati
nemici da uccidere. La paura si alterna ad atti di coraggio e la
disperazione alla volontà di compiere, fino in fondo, il proprio dovere.
Tutti loro ancora una volta, nonostante le difficoltà, daranno il
meglio, spesso arrivando, addirittura, a sacrificare la loro vita.
Storie dimenticate di giovani foot-ballers, che meritano di essere
ricordate e raccontate.
tratto dal sito: www.lagrandeguerra.net
Nessun commento:
Posta un commento