Per scoprire i primi decenni di vita della nostra più grande passione: fatti, aneddoti e curiosità di quel calcio dimenticato, sconosciuto che oggi sembra non esserci mai stato, che, però, nonostante ciò, ha lasciato nei nostri cuori una cicatrice profonda, suturata con due punti invisibili che non vanno più via, ma stanno lì a ricordarci quelli che erano i nostri sogni, con nostalgia.
martedì 19 gennaio 2016
Storia del campo Rondinella
Il campo della Rondinella, che prese il suo nome da un’antica strada che era chiamata così per un'insegna a forma di rondine di un'osteria ad essa adiacente, fu inaugurato il 1° novembre del 1914 ,dopo che i lavori presieduti da Ballerini furono terminati. Fu organizzata una partita, con l’Audace, storica rivale cittadina. La contesa fu equilibrata e i biancocelesti si imposero solo per 3-2. Era la prima giornata del campionato nazionale girone laziale. I primi marcatori biancocelesti su questo terreno di gioco furono Marcello Consiglio, che quel giorno mise a segno una doppietta e Amedeo Coraggio.
Lo storico campo della SS Lazio fu utilizzato dalla società biancoceleste per le gare interne fino al 1931 e come campo di allenamento fino al 1957.
Su questo rettangolo verde furono giocate delle partite importanti per i colori biancocelesti, come la finale nazionale il 22 luglio 1923 contro il Genoa e come il primo incontro del campionato a girone unico, che vide la SS Lazio affrontare i campioni d’Italia del Bologna che furono sconfitti con un secco 3-0. Era il 6 ottobre 1929. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Ballerini permise di trasformare il terreno di gioco in un “orto di guerra”. Con lo scopo di aiutare tutta la cittadinanza romana, in un periodo oggettivamente molto difficile.
Due anni dopo per i suoi meriti sportivi e per questo nobile gesto, il 2 giugno 1921, la SS Lazio con regio decreto venne dichiarata “Ente Morale” per meriti sociali, culturali e sportivi, unica società allora nel panorama sportivo nazionale.
Nel primo dopoguerra iniziarono i nuovi lavori di ristrutturazione che durarono fino al 1924. Il campo della Rondinella ora presentava un nuovo aspetto, infatti il campo fu ruotato di 180 gradi e venne costruita una tribuna coperta in legno. Questa riprendeva i colori della squadra , aveva un vasto tetto a falde inclinate e poggiava su una base di mattoni dove vennero costruiti quattro spogliatoi con docce, la casa del custode ed un magazzino.
Gli spalti, ovviamente, furono ampliati anche negli altri tre lati del terreno di gioco in maniera tale che la capienza complessiva dello stadio fosse oltre i 15.000 posti. I lavori furono eseguiti dalla ditta Di Zitto & C. per conto della Società Anonima Campo Rondinella con un capitale in parte finanziato da sottoscrizioni pubbliche poi convertite in tessere di socio vitalizio. Cose avveniristiche per quei tempi.
Il 13 ottobre 1928 fu inaugurato l’anello del cinodromo, fortemente voluto da due nobili romani, il conte Carlo Dentice di Frasso e il conte Romeo Gallenga Stuart.
La storia del Campo Rondinella si interruppe improvvisamente una notte d’estate del 1957, quando il cinodromo e la tribuna andarono a fuoco anticipando comunque di qualche anno la fine dell’impianto non previsto dal nuovo piano regolatore. Nel 1959 le ruspe iniziarono a demolire gli spalti della Rondinella per far posto all’attuale parcheggio del Villaggio Olimpico.
Una parte di storia della città di Roma andava persa per sempre, restando solo nei ricordi dei tifosi e dei calciatori biancocelesti.
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