Il campo della Rondinella, che prese il suo nome da un’antica strada
che era chiamata così per un'insegna a forma di rondine di un'osteria ad
essa adiacente, fu inaugurato il 1° novembre del 1914 ,dopo che i
lavori presieduti da Ballerini furono terminati. Fu organizzata una
partita, con l’Audace, storica rivale cittadina. La contesa fu
equilibrata e i biancocelesti si imposero solo per 3-2. Era la prima
giornata del campionato nazionale girone laziale. I primi marcatori
biancocelesti su questo terreno di gioco furono Marcello Consiglio, che
quel giorno mise a segno una doppietta e Amedeo Coraggio.
Lo storico campo della SS Lazio fu utilizzato dalla società
biancoceleste per le gare interne fino al 1931 e come campo di
allenamento fino al 1957.
Su questo rettangolo verde furono giocate delle partite importanti per i
colori biancocelesti, come la finale nazionale il 22 luglio 1923 contro
il Genoa e come il primo incontro del campionato a girone unico, che
vide la SS Lazio affrontare i campioni d’Italia del Bologna che furono
sconfitti con un secco 3-0. Era il 6 ottobre 1929. Allo scoppio della
Prima Guerra Mondiale, Ballerini permise di trasformare il terreno di
gioco in un “orto di guerra”. Con lo scopo di aiutare tutta la
cittadinanza romana, in un periodo oggettivamente molto difficile.
Due anni dopo per i suoi meriti sportivi e per questo nobile gesto, il 2
giugno 1921, la SS Lazio con regio decreto venne dichiarata “Ente
Morale” per meriti sociali, culturali e sportivi, unica società allora
nel panorama sportivo nazionale.
Nel primo dopoguerra iniziarono i nuovi lavori di ristrutturazione che
durarono fino al 1924. Il campo della Rondinella ora presentava un
nuovo aspetto, infatti il campo fu ruotato di 180 gradi e venne
costruita una tribuna coperta in legno. Questa riprendeva i colori della
squadra , aveva un vasto tetto a falde inclinate e poggiava su una base
di mattoni dove vennero costruiti quattro spogliatoi con docce, la casa
del custode ed un magazzino.
Gli spalti, ovviamente, furono ampliati anche negli altri tre lati del
terreno di gioco in maniera tale che la capienza complessiva dello
stadio fosse oltre i 15.000 posti. I lavori furono eseguiti dalla ditta
Di Zitto & C. per conto della Società Anonima Campo Rondinella con
un capitale in parte finanziato da sottoscrizioni pubbliche poi
convertite in tessere di socio vitalizio. Cose avveniristiche per quei
tempi.
Il 13 ottobre 1928 fu inaugurato l’anello del cinodromo, fortemente
voluto da due nobili romani, il conte Carlo Dentice di Frasso e il conte
Romeo Gallenga Stuart.
La storia del Campo Rondinella si interruppe improvvisamente una notte
d’estate del 1957, quando il cinodromo e la tribuna andarono a fuoco
anticipando comunque di qualche anno la fine dell’impianto non previsto
dal nuovo piano regolatore. Nel 1959 le ruspe iniziarono a demolire gli
spalti della Rondinella per far posto all’attuale parcheggio del
Villaggio Olimpico.
Una parte di storia della città di Roma andava persa per sempre,
restando solo nei ricordi dei tifosi e dei calciatori biancocelesti.